Difficoltà: media
Note alterate: nessuna
Estensione: re-RE
Il flauto dolce è lo strumento melodico più utilizzato nelle scuole dell’obbligo. Questo grazie ad una serie di vantaggi quali la leggerezza, la portabilità, il costo contenuto, la buona intonazione, la semplicità d’uso. Tuttavia, rispetto ad altri strumenti come ad esempio la tastiera o il metallofono, presenta una difficoltà in più: quella dell’emissione delle note, soprattutto quando ci spingiamo nel registro basso. Basta un dito leggermente spostato o un poco di fiato in più ed ecco che invece del suono incantevole e puro del flauto si sentono fischi e suoni “impuri”.
Per ovviare a tale inconveniente il prof. Francesco Alfarano ha ideato, già nel 2014, un nuovo modello di flauto dolce che risolve in maniera definitiva il problema della corretta chiusura dei fori.
Nasce così Flauto Facile: aggiunge, in corrispondenza di ogni foro, un gommino (ricorda le chiavette degli strumenti a fiato professionali) che con un semplice movimento del dito chiude perfettamente il foro su cui è posto.
Questo tipo di flauto è indicato soprattutto per i bambini della scuola primaria e prima media, giacché una manualità ancora poco sviluppata li favorisce tantissimo nell’emissione corretta di tutte le note. In tal modo i bambini possono indirizzare maggiormente la loro concentrazione sulla giusta emissione di fiato e sulle note da suonare.
Per conoscere maggiormente le caratteristiche di Flauto Facile è possibile visitare il sito internet www.flautofacile.com dove si può eventualmente anche acquistare.
Sicuramente il brano più conosciuto dei Nomadi, questa canzone scritta nel 1972 è ancora oggi ascoltata ed eseguita anche dai più giovani.
Gli stessi Nomadi la reincisero molte volte, tant’è che compare in altri 11 album dal 1987 al 2014.
La musica del brano è stata composta da Damiano Dattoli, mentre il testo è stato scritto da Alberto Salerno:
Io vagabondo che son io,
Vagabondo che non sono altro,
Soldi in tasca non ne ho ma la su mi è
Rimasto Dio.
Si la strada è ancora là,
Un deserto mi sembrava la città,
Ma un bimbo che ne sa,
Sempre azzurra non può essere l’età,
Poi una notte di settembre me ne andai,
Il fuoco di un camino
Non è caldo come il sole del mattino
Chissà dov’era casa mia
E quel bambino che giocava in un cortile:
Io vagabondo che son io,
Vagabondo che non sono altro,
Soldi in tasca non ne ho ma la su mi è
Rimasto Dio, Io vagabondo che son io,
Vagabondo che non sono altro,
Soldi in tasca non ne ho ma la su mi è
Rimasto Dio
Antonio Vivaldi fu un musicista veneziano del periodo barocco. Egli visse dal 1678 al 1741, denominato il “prete rosso” dal colore della sua capigliatura.
Tra la sua musica, sempre brillante e coinvolgente, sono famosi soprattutto i concerti “Le quattro stagioni” per violino e piccola orchestra d’archi con clavicembalo. In questi concerti egli vuole descrivere, attraverso la musica ed alcuni sonetti esplicativi, le caratteristiche proprie di ogni stagione.
Tra questi il più conosciuto è sicuramente l’allegro del primo concerto, La Primavera, accompagnato dai seguenti versi:
Giunt’è la Primavera e festosetti
La salutan gl’augei con lieto canto,
E i fonti allo spirar de’ zeffiretti
Con dolce mormorìo scorrono i ruscelli;
Improvvisamente il cielo si copre di nero
lampi e tuoni annunciano un temporale primaverile
gli animali scappano spaventati
Possiamo provare a suonare un adattamento di questo brano con il flauto dolce o altro strumento. La tonalità che ho scelto non prevede nessuna nota alterata, ma prevede il MI acuto, quindi bisogna esercitarsi nel passaggio tra il RE e il MI (vedi la tavola delle posizioni).
Qui trovi lo spartito oppure, se non sai leggere le note, puoi scaricare direttamente la notazione letterale.
Ecco invece il video in karaoke notazionale:
Difficoltà: facile
Note alterate: nessuna
Esensione: do-la
Questo brano, attribuito erroneamente a Mozart, è in realtà un’antica canzone popolare francese dal titolo “Ah! vous dirai-je, maman“.
In uno dei suoi tanti viaggi che Wolfgang Amadeus Mozart intraprese, al seguito del padre Leopold, durante la sua infanzia ascoltò questa semplice melodia francese e, più tardi, ne fece oggetto di una sua composizione: tema con variazioni per pianoforte. Da allora è diventata una melodia conosciutissima in tutto il mondo.
Il motivo di tale fortuna credo sia da ricercare nell’immediata semplicità della melodia, gradevolissima all’ascolto e facilissima da suonare.